Quasi tutte le tasse sull'uso dell'energia sono troppo basse dal punto di vista ambientale e i governi dovrebbero quindi fare un uso migliore della tassazione per contrastare il cambiamento climatico.
E' la conclusione dell'OCSE nel Rapporto Taxing Energy Use, in cui si analizza la situazione in 42 Paesi (35 membri più 7 big non-Ocse) che rappresenta circa l'80% dell'uso globale dell'energia e delle emissioni di anidride carbonica associate a tale utilizzo.
Lo studio sottolinea che le tasse sul carbone, grande inquinante, sono pari a zero e superano i 5 euro per tonnellata di CO2 solo in 5 Paesi.
Le tasse sui prodotti petroliferi sono relativamente alti, oltre 100 euro in vari settori, soprattutto sul trasporto su strada ma, secondo l'Ocse, troppo basse per coprire tutti i costi esterni, derivanti dall'uso di energia.
Il diesel meno tassato inquina di più. Qualche aumento della tassazione nel 2015 c'è stato e sono stati fatti passi avanti nel rimuovere la tassazione più favorevole al diesel rispetto alla benzina ma non ci sono segnali che il principio " chi inquina paga" determini il quadro della tassazione.
Le tasse sulle emissioni e sull'uso dell'energia sono una nuova fonte di introiti per contribuire al finanziamento di servizi pubblici vitali e per aiutare lo sviluppo di energie pulite.
Nel settore non strada, responsabile del 95% delle emissioni da uso di energia, l'81% delle emissioni non sono tassate e le tasse sono al di sotto della soglia del costo climatico per il 97% delle emissioni.
Nell'insieme dei 42 Paesi la crescita dell'uso di energia ha segnato una decelerazione, dal 2010 è stata media dell'1,2% annuo contro il 2,4% dell'inizio dell'anno 2000.
D'altro canto le emissioni di anidride carbonica stanno crescendo a un tasso molto più rapido: +15,3% tra il 2009 e il 2012 e +10,5% tra il 2012 e 2014.
Sono necessari con urgenza grandi miglioramenti, dice il segretario generale dell'Ocse Gurria.